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Ambienti del Veneto: litoraneo, planiziale, collinare, montano e alpino

Ed. ASTEA VE 2007 (Guida didattico-scientifica del Veneto per gli aspetti storici, antropologici, geologici e naturalistici). [autori: Mauro Bon, Giovanni Caniglia, Ariella Caravello, Gianumberto Caravello, Beatrice Carrer, Patrizio Giulini, Paolo Roccaforte, Serena Tarocco e Sergio Visotto - Foto e grafica: Denis Visotto; Informatizzazione: Simone Visotto]

Ed. ASTEA 2007- Guida didattico-scientifica del Veneto per gli aspetti storici, antropologici, geologici e naturalistici
Autori: Mauro Bon, Giovanni Caniglia, Ariella Caravello, Gianumberto Caravello, Beatrice Carrer, Patrizio Giulini, Paolo Roccaforte, Serena Tarocco e Sergio Visotto
Foto e grafica: Denis Visotto; Informatizzazione: Simone Visotto

Il volume "Ambienti del Veneto: litoraneo, planiziale, collinare, montano e alpino" che è stato scritto a più mani ha una connotazione chiaramente didattico-scientifica. Tuttavia la scelta di preparare quest'opera come una Guida nulla ha tolto alla qualità scientifica dei testi proposti, anzi l'ha esaltata, essendo essa evidentemente legata all'elevata professionalità degli Autori.
L'articolazione degli aspetti peculiari per ognuno degli ambienti tipici della nostra Regione, per disciplina (geologia, morfologia, idrologia, clima, flora, fauna e infine antropizzazione) consente al lettore di approfondire in modo facile e ordinato le conoscenze esposte così da farle razionalmente sue al meglio.
Ritengo che l'uso di questo volume possa essere di grande utilità sia ai docenti sia agli studenti, ma anche a quanti giovani e adulti siano amanti e curiosi di conoscere più approfonditamente il territorio dove vivono. Un grato riconoscimento, per l'ideazione e per la non indifferente fatica nella realizzazione di quest'opera, va dato quindi a tutti gli Autori e all'A.S.T.E.A. che ne ha voluto realizzare la stampa.
Questo libro si rivolge soprattutto a quanti vogliono acquisire o migliorare le loro conoscenze naturalistiche sulla regione Veneto in un modo diverso e si indirizza particolarmente agli educatori delle giovani generazioni, nella speranza di poter essere uno stimolo agli uni e alle altre verso la conoscenza dell'ambiente nel suo significato più completo. Per questo non è stato steso in modo convenzionale nell'ottica di una sola materia specifica, ma aprendosi via via agli ambiti scientifici interdisciplinari per aiutare il lettore a farsi un'idea complessiva sia della realtà in cui vive, sia dello spazio più vasto della regione di cui fa parte, stimolandolo a impadronirsi delle conoscenze che ne regolano la vita e l'evoluzione, in modo da facilitargli la scoperta delle ragioni per cui esso è come lo vediamo nell'ambito di una sua lunghissima storia naturale.
A questo fine la materia è stata organizzata in una griglia di argomenti tra loro indissolubilmente connessi.
Il territorio è stato analizzato secondo la serie di fattori fisici che, insieme, lo hanno dinamicamente determinato; fattori tettonici, morfologici, idrologici e climatici hanno agito fortemente sulla geologia del territorio e sulla vita degli organismi qui viventi che, come vedremo tra poco, a loro volta, hanno contribuito a trasformare la sua superficie. L'altitudine e la vicinanza del mare hanno determinato l'esistenza e la sopravvivenza di vegetali e animali diversi in un mosaico di ambienti di grande interesse che hanno caratterizzato e caratterizzano la nostra regione:

  • il costiero, costituito da quella fascia che risente fortemente della presenza del mare;
  • il planiziale, che si estende dalla costa fino ai piedi delle prime colline;
  • il collinare, che dolcemente raccorda la pianura alla montagna;
  • il montano, che corrisponde alle Prealpi tra le altitudini comprese tra i 600 e i 1.200
    metri sul livello del mare, e infine;
  • l'alpino, dove prevalgono le azioni e gli effetti dei fattori fisici.

Al dominio fisico si giustappone un dominio biologico che, suddiviso nei piani già descritti, si impernia su due aspetti classici quali il vegetazionale e il faunistico e a questi si deve sempre di più aggiungere l'antropico che negli ultimi 15.000 anni ha, all'inizio in sordina, poi sempre più violentemente, caratterizzato e influenzato anche indirettamente, il nostro ambiente trasformandolo in 'paesaggio' non sempre piacevole da vedersi e, soprattutto, da vivere, sempre più artificiale e distante dalla vita secondo natura.
Non meno importante il rapporto tra insegnante-guida naturalistica e l'allievo nell'affrontare le tematiche ambientali, con molta attenzione e professionalità o, meglio, con molta onestà intellettuale.
L'educazione ambientale quale materia interdisciplinare viene introdotta per sottolineare come la didattica sia un elemento indispensabile per creare una nuova cultura al fine di tenere dei comportamenti utili per la tutela dell'ambiente.
La nostra presunzione è di trasmettere ai cittadini, agli insegnanti e ai loro studenti la coscienza della realtà regionale, attraverso la conoscenza del territorio e della sua storia, dei rapporti tra fattori fisici e biotici, tra organismi e uomo e tra uomo e ambiente; la nostra presunzione, in fondo, è di dissipare o, quanto meno, di rendere meno fitta quella nebbia culturale che mediamente esiste tra uomini, presi sempre più intensamente dal lavoro e da tanti altri interessi, spesso egoistici, e l'ambiente naturale e di ciò che ne resta.
L'uomo, infatti, non può essere considerato estraneo al territorio e all'ambiente, un puro spirito pensante distaccato e imparziale, invisibile e operante per il bene di tutti; egli è pesantemente presente e numeroso, costituito di materia viva e attiva con flussi di energia e di materia, sempre più capace di interagire con forza con altri uomini, con le altre specie animali e vegetali e soprattutto con un territorio di cui ancora non conosce la capacità di sostenere il suo impatto.
La Scienza è ormai apertamente in conflitto con la politica e con una maggioranza di uomini che non sanno, non vogliono sapere, non si considerano responsabili e non vogliono accettare di essere, comunque, anche da morti, una presenza nel mondo ormai tutto conquistato e più o meno intensamente aggredito dalla nostra diffusione e dalla nostra scomoda presenza. Per quanto attualmente si tenda a considerare olistica (unica, straordinaria e, per molte religioni, trascendentale) la vita dell'uomo dovremmo impostare il nostro credo biologico all'accettazione dei pari diritti per tutti gli altri esseri viventi. Sarebbe, infatti, quanto meno presuntuoso che questa visione potesse prescindere dalla dimensione evolutiva della vita e del trascorrere del tempo.
Infatti, tutte le cose che vediamo intorno a noi si sono formate e si sono progressivamente evolute nel tempo; un tempo, tuttavia, che come tutte le altre unità di misura possiede scale di ordine superiore e inferiore; infatti, in astronomia il tempo viene misurato in miliardi di anni, in geologia in milioni di anni, in biologia le trasformazioni evolutive della specie in migliaia di anni, la vita dell'individuo dal secolo a pochi secondi, le trasformazioni della materia da secondi a nanosecondi. Ne consegue che le velocità dei processi e dei meccanismi, che hanno messo in moto e fanno marciare il mondo, sono molto diverse tra loro e vanno apprezzate, distinte e capite, soprattutto nei loro momenti iniziali.
 Il primo passo sarà, dunque, quello di individuare i caratteri del nostro territorio, inteso come spazio, e saperci orientare non solo nello spazio ma anche nel tempo inteso come storia di rocce, di piante e animali, di uomini; tanto più diventa forte questa coscienza del divenire e tanto più, anche nel nostro piccolo, potremo dare un fattivo contributo a rendere più vivibile il domani delle prossime generazioni.
Quando ci ritroviamo in un ambiente estraneo la prima cosa che facciamo è cercare dei segnali indicatori, ma la 'segnaletica' talvolta manca, o meglio non la vediamo, talaltra pare faccia apposta a disorientarci.
Solo una preparazione di base ci evidenzia la 'segnaletica' e ci permette di orientarci. Forme e colori, lineamenti e direzioni, movimenti e pause, luci e colori, umidità dell'aria o del suolo, durezza e disposizione delle rocce sono i segnali che se ben filtrati dalla nostra preparazione culturale ci potranno indirizzare verso la strada più giusta.

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